ovvero
BRAZILIAN JIU JITSU: La Rivoluzione Copernicana delle Arti Marziali e degli sport da combattimento?
a cura di Gianfranco "Medico Louco" Glielmi
terza parte
UFC : la consacrazione mediatica mondiale del jiu jitsu brasiliano come "spina dorsale" delle MMA
Sappiamo a posteriori che il "valetudo" era praticato da decenni in Brasile e anche in altre parti del mondo, ma il boom mediatico ( televisione di massa , distribuzione di VHS, nascita di internet, ecc ) cominciato all'inizio degli anni '90 del XX secolo con l' Ultimate Fighting Championship ci ha fatto conoscere il jiu jitsu brasiliano.
L'UFC degli inizi è molto diverso rispetto a quello che vediamo oggi .
il regolamento era per certi versi più reale e cruento rispetto ad ora .
Le modifiche apportate nei decenni seguenti sono dovute a motivi di marketing e alle forti pressioni politiche specie dei Repubblicani Americani inorriditi dalla realtà delle competizioni anche perché abituati a certe pantomime che si fanno sul ring.
Comunque L'UFC è sopravvissuto rasentando anche il fallimento e modificando il regolamento tale da renderlo più presentabile ed evolvendosi fino ad essere l'evento mondiale di MMA-Pro più conosciuto.
Perché una disciplina lottatoria ha così modificato il panorama delle arti marziali e nello specifico quello delle MMA?
In quel periodo la gran parte del mondo marziale riteneva, in modo assolutistico, che le discipline di striking ben allenate e potenziate potessero avere la meglio su qualsiasi tipo di avversario.
Quindi l'assioma era più calci o pugni forti equivale a vittoria.
Purtroppo questo era uno stereotipo creatosi in anni di commercializzazione delle arti marziali come fenomeno di massa occidentale colpa dei film made in Hong Kong.
Le discipline lottatorie erano ritenute dai molti si belle da vedere ma anche roba "non nobile"come la boxe o come il kung- fu alla Bruce Lee.
La sorpresa fu che nei primi UFC un brasiliano sconosciuto deriso per il pigiama-Gi
aveva sempre una strategia vincente e tecniche fino allora mai applicate in un combattimento reale con pochissime limitazioni .
Il più delle volte si finiva a terra o intenzionalmente o per caso e i lottatori e in particolar modo quelli di jiu jitsu brasiliano si dimostravano più preparati sia tecnicamente e atleticamente e sia come strategia di combattimento rispetto agli strikers con nessuna esperienza nel corpo a corpo.
Per parafrasare una frase di Rigan Machado cadevano o venivano attirati nel loro oceano senza saper nuotare...
Il jiu jitsu brasiliano ha dimostrato in tali eventi che di fronte ad uno striker puro il corpo a corpo è la strategia migliore rispetto al rimanere a distanza in piedi.
Quindi sommariamente potremmo descrivere tale successo con le seguenti riflessioni:
E' più facile per un grappler passare al corpo a corpo con uno striker limitando o annullando il potenziale che uno striker può esprimere in piedi che per uno striker costringere il grappler a rimanere in piedi nel gioco percussivo.
Il combattente più abile nel corpo a corpo tra i due era nella stragrande maggioranza dei casi anche il vincitore.
La tecnica di immobilizzazione o di strangolamento era quella più efficace con meno dispendio di energie e di immediata resa rispetto ad una serie di pugni o di calci anche forti che però non portavano il KO.
La prontezza tecnico-strategica del lottatore tecnico di jiu jitsu brasiliano si è dimostrata sempre efficace anche quando erano in difficoltà con le spalle a terra (anche perchè il bjj è l'unica arte marziale ad aver usare ed evolversi con posizionamenti di controllo o guardie al suolo)
Tale strategia è risultata vincente anche indipendentemente dalla taglia dell'avversario ed era dovuta all'abilità tecnica del jutsuka brasiliano.
Pregi erano quindi versatilità e adattabilità ad ogni situazione dell'uno contro uno retaggi questi delle continue sperimentazioni degli incontri di valetudo in brasile fin dai tempi di Maeda e dall'applicazione del sistema di punteggio del regolamento del jiu jitsu brasiliano che è stato per l'atleta di jiu jitsu brasiliano nel corso degli anni un invogliare a trovare sempre la posizione dominante sia in allenamento che in gara.
Tale dominio è la trasposizione del combattimento reale ed è parallelamente in simbiosi con una continua rimodulazione e adattabilità delle tecniche alle diverse situazioni.
Brazilian jiu jitsu: quale futuro?
I critici del bjj o quelli che sventolano il cosiddetto anti grappling affermano che se si usassero tattiche sleali vietate negli eventi di MMA come colpire negli occhi o colpi all'inguine il nostro caro jiustuka brasiliano avrebbe la peggio.
Bisogna considerare alcune aspetti di tali critiche dando il giusto peso a tali tecniche:
Il lottatore di bjj e il grappler è più avezzo nel corpo a corpo quindi se l'avversario può usare queste tecniche sleali anche il lottatore può farlo e quindi magari visto proprio la sua migliore attitudine allo scontro fisico egli può posizionarsi in dominio più facilmente e applicare le stesse tecniche "sleali".
Il lottatore di bjj è meglio addestrato a proteggersi da queste tecniche adeguando la propria posizione alla situazione in questione questo è un retaggio dei vecchi combattimenti di "valetudo".
Il lottatore di bjj non è immune allo scontro con più avversari ?
Non è stata mai intenzione dello spirito del jiu jitsu essere l'arte marziale "magica" che si vedeva nei film made in Hong Kong degli anni '70 ma fino adesso non si è dimostrato efficace nessuno stile di combattimento a mani nude capace di salvarvi la pelle da più avversari.
Iniziativa molto temeraria ma tipica dei Gracie è il nuovo tipo di regolamento applicato nel BUDO CHALLANGE di Rickson Gracie:
un sistema di punteggio che premia si i posizionamenti, raspados , takedowns, passaggi di guardia
che valgono un punto ma premia di più i tentativi veri di finalizzazione non riuscita con tre punti .
Può essere forse il futuro del brazilian jiu jitsu evitando "lo stallo" tecnico e invogliando a cercare il KO tecnico della finalizzazione oltre che il dominio invece di indirizzare il gioco verso tecniche funamboliche non sempre applicabili se non per doti fisiche congenite e/o estremamente allenate.
Infatti una delle critiche e grande riflessione di come si sta evolvendo il jiu jitsu per così dire in senso troppo sportivo ed esibizionista ci è stata data da Roger Gracie:
"Ritengo che le persone abbiano una prospettiva errata sui campionati. Invece di gareggiare per analizzare la qualità del loro jiu jitsu, si allenano per vincere campionati. Se un lottatore pensa solo ad essere un agonista migliore, tenderà a non praticare le tecniche fondamentali, e posizioni specifiche. L'allenamento si orienterà quasi esclusivamente allo sviluppo della guardia, che è la posizione più usata nei campionati. Quindi si allenano per non avere nessun punto assegnato contro di loro, e non a finalizzare l'avversario. Si dimenticano che il jiu jitsu consiste nel passare, montare, e finalizzare."
Nell'ultima frase è racchiuso il senso del jiu jitsu originario di come lo abbiamo iniziato a conoscere nei primi eventi di UFC.
Negli ultimi anni si è assistito anche ad una evoluzione dello striking rapportato alle MMA.
Ormai vediamo in campo negli eventi nuove o vecchie tecniche di striking raffinate e rapportate alle situazioni anche di corpo a corpo.
La qualità di ogni singolo atleta sta nel trovare quale tecnica e/o strategia usare al momento in base alle proprie qualità fisiche e atletiche
Ecco che vediamo Rodrigo Minotauro vincere per KO tecnico alla prima ripresa per pugni nell'UFC 134 , perdere per una kimura nell'UFC 140 oppure Fedor grande ed indiscusso esponente e ispiratore del G&P perdere per un armbar triangolare da guardia molto "basico" eseguito da Werdum.
Questo non significa che il jiu jitsu è diventato inefficace anzi è stato e rimane bagaglio essenziale di ogni combattente di MMA ed è stato e continua ad essere la spinta essenziale alla critica iniziata negli anni 90 passati e alla rivoluzione "rinascimentale" delle arti marziali e degli sport da combattimento che tutt'ora stiamo vivendo come risposta al teorema delle arti marziali e degli sport da combattimento.
"L'Arte Marziale è il combattimento"
« Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. »(Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)
Bibliografia e Video essenziali
"Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" di Galileo Galilei
"Teoria della relatività Generale" di Albert Einstein
"Logica della scoperta scientifica" di Karl Popper
"Perché credo in Colui che ha fatto il mondo" di Antonino Zichichi
"Ju Jitsu Brasiliano" di Renzo e Royler Gracie
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