domenica 30 dicembre 2012

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Il 2012 volge al termine, dire che è stato un anno brutto è un eufemismo. Tocca rialzarsi... Auguri a tutti.

mercoledì 26 dicembre 2012

Rope Climbing

ebbene si... ci facciamo poca pubblicità ma possiamo serenamente affermare che la nostra sede è sicuramente una delle palestre più cazzute a livello EUROPEO. Da un poco di tempo a questa parte ci stiamo allenando in compagnia della signora "corda", tanto odiata prima del lavoro tanto amata a routine terminata.

martedì 27 novembre 2012

25 novembre 2012 - Andria

A cura del M° Marco Mandetta della Yin Yang di Capaccio
Resoconto della trasferta ad Andria: Kevin Negri (11anni per 35kg) al suo debutto nella submission si comporta come un adulto, calmo e tranquillo ottiene il secondo posto e sorride dopo la sconfitta con un ragazzo di almeno 10 chili in più. Mattia Calvelli disputa un incontro deciso e riesce ad imporsi proiettando a terra più volte il suo avversario dominandolo, peró poi a causa di disattenzione si fa finalizzare verso la fine del match, ottiene il terzo posto disputando una buona gara. Nicola Craba perde il suo primo match a causa forse di poca incisività e iniziativa, gli servirà per migliorarsi e diventare più bravo. Paolo Sabia disputa due match arrivando terzo su 15 avversari Nella 70kg classe c dopo più di un anno lontano dalle aree di gara. Si mostra determinato e surclassa il suo primo avversario con un punteggio di 16 a zero, poi dopo soli 5 minuti disputa il secondo incontro e per mancanza di lucidità perde con una ghigliottina. Carmine Di Tolve della nostra gemellata Kung Fu Ch'uan Vultur di Rionero del Maestro Donato Lucio Grieco, disputa e perde un match nella kick light dove di light c'è solo il nome, mettendosi in discussione in una disciplina non sua e in un ambiente nuovo, dimostrando determinazione e coraggio, peccato per l'arbitraggio che non fa mettere in luce la tecnica pagando invece la foga e la forza. Marco Mandetta esordisce in classe b disputando l'open e perdendo il primo match con un triangolo quasi allo scadere del tempo sul punteggio di due pari. Francesco Eliseo dell'altra nostra gemellata di Salerno la Nova Invicta del Maestro Giulio Candiloro combatte nella classe a 82kg vincendo per sottomissione dopo solo un minuto il suo avversario classificandosi primo poi perde la finale nell'open, ottenendo l'argento e dimostrando così di essere sempre ad alti livelli. In fine il più piccolo Mohammed Choufouane di appena 110kg disputa tre tornei: la submission la kick light e la K-1 light ottenendo rispettivamente l'argento l'oro e l'argento. Tirando le somme alla fine di tutto si è tornati a casa con più esperienza utile e indispensabile a tutti per crescere e migliorare sia a 11 anni che a 40, stanchi ma sorridenti.

sabato 3 novembre 2012

Nicola Craba

5^ Coppa Italia di Grappling "Memorial Marco Galzenati" SERIE D 62kg Bronzo

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Marco era molto di più... il Jiu Jitsu era una parte della sua vita e ricordarlo "solo" per questo è troppo riduttivo. "Io aspetto le linee profonde del fiume sulla superficie le linee sono giunte veloci e discrete a rischiarare l'acqua calma come cerchi da un sasso sulla superficie d'impatto. Raccolgo le parole dal fondo e le ripongo tra i crisantemi acquatici come visioni le porto con me negli anni come incisioni fredde e levigate riposte in bianchi templi carezzati da mani lunghe e imbarazzate lontane tra i ricordi in un deserto estraneo di pietre rotolate dagli occhi sospese nel tempo tranquillo del mare di fine giornata. parole affamate piene di disgusto indecise tra il saper scegliere e il dover ritornare". Marco Galzenati 1992

domenica 14 ottobre 2012

A presto Sherman!

Un altro pezzo della Nova si allontana... il dr. Alessandro Conforti, il geologo, il lottatore, l'arbitro, il contestatore, ci saluta per trasferirsi ad Oristano per motivi di lavoro. Alessandro si separa (solo fisicamente) dal gruppo ma non dal Jiu Jitsu visto che ad attenderlo ci sono "i Capo"! Ciao Alessandro in bocca al lupo, ci mancherai...

sabato 13 ottobre 2012

Metamoris

Mentre i "pezzi da novanta" della IBJJF stanno incasinando il Jiu Jitsu aggiungendo sempre nuove limitazioni accompagnate da una "licenza interpretativa" concessa all'arbitro, qualcuno si sbatte per dare linfa vitale all'arte suave. Domani ci sarà il Metamoris... non ci sono punti, si va solo per la sottomissione. Per dovere di cronaca va detto che in Italia nel giro di pochi mesi abbiamo avuto due belle manifestazioni all'insegna della lotta per finalizzazione: il Lutador de Elite e il Sagittarius, questo a testimonianza del fatto che non tutti gli addetti al settore sono mercanti e che la comunità del Jiu Jitsu è ancora piena di amatori spinti dalla sola passione per questa stupenda disciplina.

martedì 9 ottobre 2012

UN ALTRO PEZZO DEL PUZZLE...

A cura di Gianfraco Glielmi. Ognuno di noi nel proprio percorso nel jiu jitsu è impegnato a costruire il proprio modo di lottare aggiungendo pezzi e minuzie al proprio modo di interpretare il linguaggio della lotta. Ogni minuto, ogni ora,ogni ennesimo a volte odiatissimo armlock tirato dalla guardia ogni drill ogni posizionamento in cui soccombi o prevali sul tuo fratello di tatami é da considerarsi tale pezzo del puzzle: lo odi lo ami sai che ti fa bene anche se fa male... Fa male ma lo fai diventare un bene... Ti accorgi di come molto faticosamente ciò che non riuscivi a fare 5-7 mesi prima diventa ordinario e semplice e il più delle volte di come quello che ha sempre funzionato fino ad un minuto prima diventa inefficace anche contro una cintura bianca magari tecnicamente inferiore ma con una grande apertura mentale... Vi sono momenti in cui il tuo jiu jitsu ti fa cavalcare l'onda e vedi la tua anima che fa lo shaka con una faccia da idiota e per pochi effimeri momenti ti senti un padre eterno sul tatami e altri che personalmente sono la maggioranza in cui ti senti uno scimpanzé davanti ad un puzzle di 10000 pezzi e vedi i tuoi 20-30 pezzi messi dopo anni di allenamento pensando tra te e te... "Ma io fino a ieri mettevo la piramide e la sfera nei buchi per fare uscire il cibo da buona scimmietta" Sono questi momenti che per varie ragioni anche esterne al tatami non progredisci e vai nel cosiddetto "blocco"...non lotti bene se "spumeggi"lottando e fai delle cazzate sulla basica... Altre volte invece da efficacemente aggressivo diventi passivo e vuoi applicare tecniche senza curare i particolari e perdi fiducia nel tuo jiu jitsu specie se sei negli "...enta" quasi "..anta" anni. Che cosa fare? C'è chi non fa niente e aspetta la manna dal cielo ( anche il sottoscritto lo faceva ) e chi ritorna con molta umiltà a lottare da bianca interiormente e si rivede i pezzi del proprio puzzle e vede se tutti combaciano alla perfezione... Magari ti accorgi che lo sono tutti ma devi cambiare il modo con cui lo guardi mentre magari come molte volte accade hai messo un solo pezzo nel modo sbagliato magari per forma e colore simili e SEMPLICEMENTE girandolo si incastra perfettamente permettendoti una visione migliore e la possibilità di attaccare altri pezzi o gruppi di pezzi che avevi messi da parte. Uno dei modi per girare semplicemente un pezzo del puzzle del jiu jitsu è seguire uno stage di un campione o di una cintura nera di alto grado e di indubbia didattica. Sabato 6 ottobre ho seguito con grande attenzione e con serenità il seminario del campione Jason Scully svoltosi presso la palestra di napoli del nostro compianto Maestro Galzenati ( sensazione strana per me perché l'ultima volta che ho calcato il tatami c'era il mestre Marco mentre adesso solo il kimono e la sua cintura nera piegati a parte come in un kamiza del tutto surreale). Molti conoscono Jason per la sua grande opera di divulgazione del jiu jitsu su youtube. Sono rimasto impressionato oltre che dalla sua simpatia anche dalla sua metodicità e dalla meticolosità. É un atleta mondiale che sa il bjj e la submission e la sa spiegare in un modo non meccanico ma interattivo il suo processo di learning è efficacissimo. Prima si rende conto di quello che sai, non giudica mai se è sbagliato o no , se é giusto te lo dice con un sorriso come per dire con l'equazione matematica abbiamo gli stessi risultati. Se il procedimento é diverso ti CONSIGLIA di fare secondo la sua interpretazione e ti dice che la sua visione di gioco non è assoluta ma da l'input per sperimentare tecniche nuove e convalidare o no le vecchie. Altri aspetti che mi hanno colpito sono l'estrema enfasi per il gioco in piedi e la sua profonda conoscenza derivata oltre che dalla pratica anche dal confronto e l'assimilazione attiva di altre discipline lottatorie che rendono il gioco in piedi dinamico e rivalutandolo nel contesto agonistico e non. Infatti lui raccomanda sempre ai suoi allievi di non chiamare guardia perché se ciò accadesse per strada durante una aggressione lui uscirebbe da un cespuglio per menarli insieme ai delinquenti di turno!!!! Abbiamo visto con lui inoltre come rompere il grip dell'avversario e dominarlo sia in guardia chiusa da sotto sia in guardia aperta. Ci ha illuminati inoltre sulla postura quando si è chiusi in guardia dandoci degli spunti di correzione che sicuramente daranno i loro frutti e spero di farli diventare bagaglio personale mio e di chi seguirà il mio stesso percorso. Jason osservandoci e valutandoci un po' tutti ha affermato che chi ci ha insegnato ci ha insegnato bene le basi ma per qualche insano motivo ricorderemo le stesse cose ridette però da lui solo perché abbiamo pagato lo stage Ciò mi fa capire la notevole onestà intellettuale del nostro "pelato" così è stato ribattezzato dai presenti. Inoltre le sue parole mi hanno dato notevoli spunti di riflessione Fare uno stage non serve a diventare bravo ad horas od emulare la cintura nera di turno o dare i soldi al marchettaro di passaggio che ti fa vedere cose che il tuo maestro si sgola tutte le sante sere a spiegarti Serve solo ed esclusivamente a migliorare il proprio jiu jitsu serve a dare degli spunti.. Che ti aprono il gioco...il grosso lo fa proprio il TUO istruttore o maestro che ti segue giornalmente a lui devi la gran parte di ciò che hai imparato. Seguire dagli stage di campioni che ti fanno vedere tecniche complesse,berimboli doppi carpiati, armlocks volanti con punti di pressione con tocco della morte sinceramente per quanto belle ed efficaci non saprei come applicarli sia perché un unica tecnica così complessa è studiata anche mesi e per più ore a giorno ed è studiata anche all'interno di un contesto agonistico di alto livello con target umani specifici. Preferisco curare le basi e oltre a seguire consigli del tipo "invece di fare il berimbolo pensa a saper uscire da una montada" seguire anche Jason Scully che dice se ti butti a terra esco dal cespuglio e ti picchio!!!

domenica 30 settembre 2012

Grappling e BJJ, come allenarsi anche da soli...

... quando non ci sono alternative. In occasione del prossimo stage con il Maestro Jason Scully, info a questo link, vi propongo un video segnalato dall'ottimo Marco "SuperGiovane" Marini. Se avete un tatami e un poco di tempo a disposizione questa è decisamente una routine da prendere in considerazione.

domenica 23 settembre 2012

Kron Gracie VS Victor Estima

Un buon match può essere d’aiuto per la crescita di ogni lottatore e, in alcuni casi, servire da lezione integrativa. Ci sono alcuni incontri caratterizzati da una costante “coerenza narrativa” tale da renderli veramente piacevoli da guardare; questo è uno di quei match: Da notare la difesa su raspado “capa e tatami” eseguita da Kron Gracie al minuto 06:00!

giovedì 20 settembre 2012

Berimbolo si, berimbolo no…

Roger Gracie, campione indiscusso della nostra disciplina (nonché gradissimo finalizzatore), parla del berimbolo, o guardia invertita, definendola una bella tecnica da imparare su internet. In parte è vero, rotolare sotto “le palle” dell’avversario è ormai da tempo diventata la nuova moda nel Jiu Jitsu brasiliano, il tubo è zeppo di video didattici sull’argomento; però, onestamente, la tecnica oltre ad essere di un estetismo decisamente accattivante (E COMM€RCIALE€!) bisogna ammettere che se allenata a dovere funziona alla grande . Nel video che sto per proporvi il tecnicissimo (e decisamente sopra le righe) maestro Kurt Osiander ci mostra una risposta abbastanza drastica contro l’amato/odiato trottolino. Ovviamente la reazione ad una funambolica provocazione non può essere altro che una risposta altrettanto “estetica”. Al berimbolo Kurt risponde così!

giovedì 13 settembre 2012

O capitano, mio capitano...

La democrazia DEVE significare pari possibilità per tutti, ma non potere decisionale per chiunque… ovviamente come in tutte le cose il significato va “contestualizzato”. Questo è un blog che si occupa di un posto (la Nova Invicta ) in cui si cerca di apprendere uno sport(il Jiu Jitsu brasiliano), quindi va da se che salteremo a piè pari famiglia, lavoro, comitive, scuola e altre situazioni in cui la democrazia potrà avere maggiore o minore peso e parleremo del tatami. Il Jiu Jitsu brasiliano è uno sport difficile, quindi richiede attenzione, impegno e costanza nella pratica, la stessa necessita di un ambiente serio e composto per poter dare i suoi frutti quindi, per forza di cose, ci deve essere UNA persona che dia un' impronta decisa al gruppo senza creare fanatismo, nella maggior parte dei casi strumentalizzato per fini economici (il famoso Jiu Jistu life style), tantomeno lasciare che l’ambiente si trasformi nel festival del cazzeggio. Apro una parentesi, è paradossale che nella mia esperienza proprio le persone che si appellano ad un credo “gerarchico”, ad una fede “in UN uomo” siano TRA quelle che hanno dimostrato la minore attitudine alla gerarchia, al sacrificio e alla costanza negli allenamenti, sia chiaro questa è la MIA esperienza di insegnante… magari ci sono decine di casi che mi smentiscono... parentesi chiusa. Tornando al titolo del post, il capitano, nel caso della Nova Invicta è quello che maggiormente si è impegnato per mantenere vivo il gruppo, che si è preso l’onere di decidere (nel bene e nel male), che si è preso le responsabilità a prescindere dagli esiti (non sempre ottimali) e quindi ha il sacrosanto diritto di avere l’ultima parola. Il passato fatto di TANTISSIMO impegno tul tatami NON accompagnato da altrettanta disciplina è di fatto PASSATO, adesso il nostro sudore, i nostri lividi, le nostre rinunce saranno accompagnati da disciplina ASSOLUTA per quelle due ore di allenamento che tanto ci garbano… Noi non ci distinguiamo perché siamo lottatori, ma perché siamo EDUCATI e se il Jiu Jitsu life style significa dare la priorità assoluta SOLO ad uno sport mettendo da parte affetti, vita sociale EXTRA KIMONO ed impegni, vorrà dire che alla Nova Invicta praticheremo (CON PASSIONE VERA) il Jiu Jitsu da eretici. Buon Jiu Jitsu a tutti... anche a chi quando sta in posa nelle foto fa lo shaka, ma nella vita ha messo il kimono al massimo per qualche mese…

domenica 9 settembre 2012

Venerdì 7 settembre 2012...

Dopo una settimana incentrata sullo studio di alcune soluzione dalla side si è giunti all'ultimo allenamento, a conclusione della stessa, caratterizzato dai passaggi di grado... Raggiunti dai ragazzi della Yin Yang, dopo una lezione basata sul riepilogo del lavoro svolto nelle ultime due settimane e tante lotte, il sottoscritto ha avuto il piacere di "premiare" i seguenti compagni di allenamento: Antonio Sabia dopo importanti risultati agonistici ed aver dimostrato maturità con il panno, non ancora sedicenne, si becca la sua meritatissima cintura blu... Anche per Marco Mandetta dopo un percorso didattico non privo di sudore versato sui tatami di gara, nove lotte per lui all'ultima gara disputata, è arrivato il momento di mettere da parte la sua cintura bianca. La cintura si tinge di viola per Nikola Todorov, Galileo Barbirotti e Sergio Romano, tre lottatori con un percorso molto diverso ma di indiscusso valore, tre elementi che presenti contemporaneamente sulla materassina, oltre che rappresentare un enorme stimolo per me, sono una fonte molto varia di apprendimento per le nuove leve che possono, grazie a loro, progredire molto più rapidamente! Il momento topico è stato il passaggio, sempre a cintura viola, di Americo Galdi! Americo si allena con me DA SEMPRE e sempre mi è stato vicino, nei momenti più brutti quando letteralmente al centro sociale di Salerno (ex sede)ci guardavamo in faccia e nei giorni di "gloria"... per lui, dopo un lungo percorso di maturazione, è giunto il momento di MERITARE la sua faixa roxa! Aspettando mercoledì prossimo per cinghiare anche l'Ing. Cannizzaro, non posso fare altro che fare i complimenti ai neo promossi e al buon Medico Louco per il COSTANTE supporto datomi ed il lavoro di "docente fuori sede" che non sta mancando di dare i suoi frutti...
Il maturissimo Americo...

martedì 28 agosto 2012

Tecnica

Il lavoro su cui saremo orientati per questa settimana.

27 agosto 2012

Prima lezione ufficiale come faixa preta... Nel Jiu Jitsu la cintura nera è per chiunque la indossa un peso, una responsabilità; per me è e sarà sempre un ricordo, il ricordo dell'ultimo giorno in cui ho visto Marco. Non avevo mai perso un vero Amico, nel giro di un mese (questo mese) ne ho persi due... Salvatore e Marco. Due persone uniche. Ho provato a buttare giù qualche riga per entrambi, ma sinceramente sono letteralmente bloccato...

domenica 22 aprile 2012

Il piacere della pratica...

... non ha età. Molti lottatori vivono il Jiu Jitsu in maniera competitiva e fanno benissimo … si allenano tutti i giorni, fanno condizionamento, circuiti, pesi, gareggiano, vincono, perdono… in buona sostanza fanno tutto quello che va fatto per percorrere la via agonistica per quella che sarà la sua durata. Ma cosa succede quando tutto questo finisce? Cosa succede quando la pratica del jiu jitsu non è più accompagnata dal confronto con la bilancia, dalle rinunce nei fine settimana e dal suono dei pesi che sbattono per terra? Cosa succede quando diventa dura, VERAMENTE DURA, gestire una decina di riprese con (contro) compagni di palestra nel pieno dell’allenamento determinati a superare ogni ostacolo (quindi anche voi) per cercare di arrivare alla competizione per vincere? Per come la vedo io il Jiu Jitsu diventa ancora più bello, praticare con la consapevolezza di poter contare solo ed esclusivamente sulla tecnica e sull’esperienza, sfruttare ogni piccolo errore per “incastrare” la tecnica giusta e sorprendere il compagno di allenamento, riuscire ad arrivare alla fine sapendo di aver stressato (in senso buono) ogni giovane leone presente sul tatami è un’esperienza veramente stimolante che si ripete ogni volta che si sale sulla materassina, pur con la consapevolezza di dover dire “TAP” tante, TANTISSIME volte! Come si è ripetuto diverse volte, il Jiu Jitsu è un linguaggio del corpo, è comunicazione… quindi non serve sapere di avere sempre “ragione” per gustarsi il piacere di una sano scambio di “opinioni” a suon di raspado e finalizzazioni. "giovani" lottatori praticanti del kosen judo...

sabato 14 aprile 2012

"EPPUR SI ROLLA" la conclusione.

ovvero

BRAZILIAN JIU JITSU: La Rivoluzione Copernicana delle Arti Marziali e degli sport da combattimento?

a cura di Gianfranco "Medico Louco" Glielmi

terza parte


UFC : la consacrazione mediatica mondiale del jiu jitsu brasiliano come "spina dorsale" delle MMA

Sappiamo a posteriori che il "valetudo" era praticato da decenni in Brasile e anche in altre parti del mondo, ma il boom mediatico ( televisione di massa , distribuzione di VHS, nascita di internet, ecc ) cominciato all'inizio degli anni '90 del XX secolo con l' Ultimate Fighting Championship ci ha fatto conoscere il jiu jitsu brasiliano.
L'UFC degli inizi è molto diverso rispetto a quello che vediamo oggi .
il regolamento era per certi versi più reale e cruento rispetto ad ora .
Le modifiche apportate nei decenni seguenti sono dovute a motivi di marketing e alle forti pressioni politiche specie dei Repubblicani Americani inorriditi dalla realtà delle competizioni anche perché abituati a certe pantomime che si fanno sul ring.
Comunque L'UFC è sopravvissuto rasentando anche il fallimento e modificando il regolamento tale da renderlo più presentabile ed evolvendosi fino ad essere l'evento mondiale di MMA-Pro più conosciuto.
Perché una disciplina lottatoria ha così modificato il panorama delle arti marziali e nello specifico quello delle MMA?
In quel periodo la gran parte del mondo marziale riteneva, in modo assolutistico, che le discipline di striking ben allenate e potenziate potessero avere la meglio su qualsiasi tipo di avversario.
Quindi l'assioma era più calci o pugni forti equivale a vittoria.
Purtroppo questo era uno stereotipo creatosi in anni di commercializzazione delle arti marziali come fenomeno di massa occidentale colpa dei film made in Hong Kong.
Le discipline lottatorie erano ritenute dai molti si belle da vedere ma anche roba "non nobile"come la boxe o come il kung- fu alla Bruce Lee.
La sorpresa fu che nei primi UFC un brasiliano sconosciuto deriso per il pigiama-Gi
aveva sempre una strategia vincente e tecniche fino allora mai applicate in un combattimento reale con pochissime limitazioni .
Il più delle volte si finiva a terra o intenzionalmente o per caso e i lottatori e in particolar modo quelli di jiu jitsu brasiliano si dimostravano più preparati sia tecnicamente e atleticamente e sia come strategia di combattimento rispetto agli strikers con nessuna esperienza nel corpo a corpo.
Per parafrasare una frase di Rigan Machado cadevano o venivano attirati nel loro oceano senza saper nuotare...

Il jiu jitsu brasiliano ha dimostrato in tali eventi che di fronte ad uno striker puro il corpo a corpo è la strategia migliore rispetto al rimanere a distanza in piedi.
Quindi sommariamente potremmo descrivere tale successo con le seguenti riflessioni:

E' più facile per un grappler passare al corpo a corpo con uno striker limitando o annullando il potenziale che uno striker può esprimere in piedi che per uno striker costringere il grappler a rimanere in piedi nel gioco percussivo.
Il combattente più abile nel corpo a corpo tra i due era nella stragrande maggioranza dei casi anche il vincitore.
La tecnica di immobilizzazione o di strangolamento era quella più efficace con meno dispendio di energie e di immediata resa rispetto ad una serie di pugni o di calci anche forti che però non portavano il KO.
La prontezza tecnico-strategica del lottatore tecnico di jiu jitsu brasiliano si è dimostrata sempre efficace anche quando erano in difficoltà con le spalle a terra (anche perchè il bjj è l'unica arte marziale ad aver usare ed evolversi con posizionamenti di controllo o guardie al suolo)
Tale strategia è risultata vincente anche indipendentemente dalla taglia dell'avversario ed era dovuta all'abilità tecnica del jutsuka brasiliano.

Pregi erano quindi versatilità e adattabilità ad ogni situazione dell'uno contro uno retaggi questi delle continue sperimentazioni degli incontri di valetudo in brasile fin dai tempi di Maeda e dall'applicazione del sistema di punteggio del regolamento del jiu jitsu brasiliano che è stato per l'atleta di jiu jitsu brasiliano nel corso degli anni un invogliare a trovare sempre la posizione dominante sia in allenamento che in gara.
Tale dominio è la trasposizione del combattimento reale ed è parallelamente in simbiosi con una continua rimodulazione e adattabilità delle tecniche alle diverse situazioni.

Brazilian jiu jitsu: quale futuro?

I critici del bjj o quelli che sventolano il cosiddetto anti grappling affermano che se si usassero tattiche sleali vietate negli eventi di MMA come colpire negli occhi o colpi all'inguine il nostro caro jiustuka brasiliano avrebbe la peggio.
Bisogna considerare alcune aspetti di tali critiche dando il giusto peso a tali tecniche:
Il lottatore di bjj e il grappler è più avezzo nel corpo a corpo quindi se l'avversario può usare queste tecniche sleali anche il lottatore può farlo e quindi magari visto proprio la sua migliore attitudine allo scontro fisico egli può posizionarsi in dominio più facilmente e applicare le stesse tecniche "sleali".
Il lottatore di bjj è meglio addestrato a proteggersi da queste tecniche adeguando la propria posizione alla situazione in questione questo è un retaggio dei vecchi combattimenti di "valetudo".
Il lottatore di bjj non è immune allo scontro con più avversari ?
Non è stata mai intenzione dello spirito del jiu jitsu essere l'arte marziale "magica" che si vedeva nei film made in Hong Kong degli anni '70 ma fino adesso non si è dimostrato efficace nessuno stile di combattimento a mani nude capace di salvarvi la pelle da più avversari.

Iniziativa molto temeraria ma tipica dei Gracie è il nuovo tipo di regolamento applicato nel BUDO CHALLANGE di Rickson Gracie:
un sistema di punteggio che premia si i posizionamenti, raspados , takedowns, passaggi di guardia
che valgono un punto ma premia di più i tentativi veri di finalizzazione non riuscita con tre punti .
Può essere forse il futuro del brazilian jiu jitsu evitando "lo stallo" tecnico e invogliando a cercare il KO tecnico della finalizzazione oltre che il dominio invece di indirizzare il gioco verso tecniche funamboliche non sempre applicabili se non per doti fisiche congenite e/o estremamente allenate.

Infatti una delle critiche e grande riflessione di come si sta evolvendo il jiu jitsu per così dire in senso troppo sportivo ed esibizionista ci è stata data da Roger Gracie:

"Ritengo che le persone abbiano una prospettiva errata sui campionati. Invece di gareggiare per analizzare la qualità del loro jiu jitsu, si allenano per vincere campionati. Se un lottatore pensa solo ad essere un agonista migliore, tenderà a non praticare le tecniche fondamentali, e posizioni specifiche. L'allenamento si orienterà quasi esclusivamente allo sviluppo della guardia, che è la posizione più usata nei campionati. Quindi si allenano per non avere nessun punto assegnato contro di loro, e non a finalizzare l'avversario. Si dimenticano che il jiu jitsu consiste nel passare, montare, e finalizzare."


Nell'ultima frase è racchiuso il senso del jiu jitsu originario di come lo abbiamo iniziato a conoscere nei primi eventi di UFC.

Negli ultimi anni si è assistito anche ad una evoluzione dello striking rapportato alle MMA.
Ormai vediamo in campo negli eventi nuove o vecchie tecniche di striking raffinate e rapportate alle situazioni anche di corpo a corpo.
La qualità di ogni singolo atleta sta nel trovare quale tecnica e/o strategia usare al momento in base alle proprie qualità fisiche e atletiche
Ecco che vediamo Rodrigo Minotauro vincere per KO tecnico alla prima ripresa per pugni nell'UFC 134 , perdere per una kimura nell'UFC 140 oppure Fedor grande ed indiscusso esponente e ispiratore del G&P perdere per un armbar triangolare da guardia molto "basico" eseguito da Werdum.


Questo non significa che il jiu jitsu è diventato inefficace anzi è stato e rimane bagaglio essenziale di ogni combattente di MMA ed è stato e continua ad essere la spinta essenziale alla critica iniziata negli anni 90 passati e alla rivoluzione "rinascimentale" delle arti marziali e degli sport da combattimento che tutt'ora stiamo vivendo come risposta al teorema delle arti marziali e degli sport da combattimento.

"L'Arte Marziale è il combattimento"

« Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. »(Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)

Bibliografia e Video essenziali

"Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" di Galileo Galilei
"Teoria della relatività Generale" di Albert Einstein
"Logica della scoperta scientifica" di Karl Popper
"Perché credo in Colui che ha fatto il mondo" di Antonino Zichichi
"Ju Jitsu Brasiliano" di Renzo e Royler Gracie

- Tsunetane Oda - judo ne-waza 1 of 3 小田常胤

- Tsunetane Oda - judo ne-waza 2 of 3

- Tsunetane Oda - judo ne-waza 3 of 3

- UFC tutte le edizioni

- Draculino BJJ - Provoking a Giant - Part 2 : Ball Grabbers!!!

lunedì 9 aprile 2012

Ciro Ruotolo Vs Alessio Di Liberti


Vittoria e titolo di Campione Nazionale di Grappling per il nostro Ciro...

"EPPUR SI ROLLA" 2°parte...

ovvero

BRAZILIAN JIU JITSU: La Rivoluzione Copernicana delle Arti Marziali e degli sport da combattimento?

a cura di Gianfranco "Medico Louco" Glielmi





Per comprendere il perché di questo fenomeno dobbiamo prima descrivere sinteticamente come il jiu jitsu brasiliano si inquadra storicamente e le sue sostanziali differenze rispetto ai predecessori e quali siano stati le innovazioni nei vari momenti storici.



Il ju jitsu tradizionale era un arte di combattimento del Giappone feudale.
Esso comprendeva sia colpi di percussione che strangolamenti chiavi articolari e proiezioni
Il bagaglio tecnico del ju jitsu nipponico era insegnato per lo più tramite i kata e la pratica di rolling con uno sparring partner si svolgeva in poche scuole e dopo tantissimi anni di pratica tra marzialisti di alto rango.
Ciò era dovuto anche alla necessita di evitare molte tecniche pericolose e menomanti che non potevano certamente essere usate in allenamento.
Quindi senza essere polemici potremmo dire che il kata era un software operativo dell'arte marziale stessa cioè una simulazione anche di tecniche menomanti e pericolose eseguite contro un avversario cooperante.
C'è da sottolineare come ben sappiamo che "simulare" con i ruoli di Tori e Uke per quanto perfetta sia l'esecuzione e l'intento del gesto tecnico non ha il carattere e non tiene conto delle variabili del combattimento reale.




Il Randori di Jigoro Kano

Ecco allora che si fece avanti nel 1882 Jigoro Kano il fondatore del Judo che da un punto di vista didattico non scoprì nuove tecniche ma introdusse come metodica di allenamento il Randori l'esercizio libero e il rolling con il partner.
per rendere il suo judo più sicuro rispetto al ju jitsu classico Jigoro Kano rimosse dal randori le tecniche sleali e gli atemi cioè i colpi di percussione affinché ci si potesse allenare tranquillamente senza il pericolo di logoramento o di infortunio irreversibile.
Bisogna anche dire che tale modifica tecnica è stata dettata anche da motivi meramente nazionalistici e di natura politico sportiva, infatti il M° Funakoshi proveniente da Okinawa presentava la sua mano cinese nipponizzata con il nome Karate liberata dalle tecniche di prensione e proiezioni comunque retaggio del kung fu cinese.

Sappiamo che una duratura conoscenza si basa sulla comprensione perciò tanto più le tecniche sono applicate in modo submassimale e reale tanto più l'arte marziale è espressionee replicazione più fedele possibile di un combattimento reale e in un arte marziale dove il fisico è soggetto a forze dinamiche e statiche come la lotta risulta essenziale allenare il corpo a tal punto che è il fisico a imprimere alla propria mente le tecniche e a renderle proprie e non il contrario.
Jigoro Kano ebbe l'intuizione paradossale che rimuovendo le tecniche pericolose l'allievo potesse liberamente esprimere a piena potenza le tecniche sicure su un avversari che fanno realmente resistenza e inoltre ebbe modo di verificare che per tale motivo i suoi allievi risultavano prevalere a su avversari che potevano anche avere un bagaglio di tecniche mortali provate per tradizione su partner cooperativi e con scarsa resistenza.
Ecco che nel randori compare il concetto di TAP
Una tecnica sicura non equivale ad essere inefficace. Le tecniche sicure si possono utilizzare in tutta sicurezza e potrebbero divenire menomanti o anche mortali se si supera il sottile limite del battere.

La prova del nove che convalidò il metodo di Kano come innovatore fu la sfida da parte della polizia metropolitana di Tokyo tra il ju jitsu classico e il judo nel 1886 per la scelta di quale arte marziale dovesse allenare i propri dipendenti.
Il Judo vinse con più match a favore il suddetto torneo di lotta e divenne la lotta principale del Giappone imperiale.


Mitsuyo Maeda e i Gracie : evoluzione? o continuità della tradizione?

Maeda grande jiutsuka classico passato poi al kodokan di Kano come sappiamo è stato inviato per il mondo per diffondere il judo. Sappiamo anche che sfidò e vinse molti avversari di varie discipline sia di percussione che di lotta.
Questa sua voglia di confrontarsi e di cercare sempre soluzioni nuove e le sue esperienze hanno portato a quello che è stato l'affinamento ulteriore del jiu jitsu rispetto al judo classico del kodokan

Come ricercatore inconsapevole egli aveva un "modus operandi" innovativo: egli cercava i fondamentali punti deboli e di forza delle principali discipline avversarie e combatté personalmente in prima persona in modo da testare le tecniche di jiu jitsu nella loro efficacia oppure rimodularle se necessario o per alcune considerarle obsolete.
Quindi le sue innovazioni erano dovute alla sua personale esperienza e non a speculazioni filosofiche marziali.

I principi fondamentali insegnati da Maeda a i Gracie si possono riassumere in

1) Il bagaglio tecnico del jiu jitsu
2) la pratica del randori come metodica per insegnare con successo la tecnica agli allievi in un modo che essi avrebbero potuto impiegare nel combattimento reale.
3) la lotta nel corpo a corpo con oppurtune modifiche "nei registri" delle dinamiche dell'uno contro uno si potevano stabilire quali tecniche e strategie erano realmente applicabili nel combattimento reale.
4) strategia fondamentale consistente nel portare un avversario a terra rimuovendo così i suoi punti più forti pugni calci ed espondendolo al gioco del jutsuka.



Maeda e i Gracie come corrente scismatica del Judo del kodokan?

Il progetto originario di Jigoro Kano era quello di creare un sistema educativo e morale accessibile a tutti i cittadini utilizzando l'arte marziale come mezzo e non come fine
Pertanto furono imposti dei limiti severi tra cui il divieto assoluto di sfidare atleti di altri stili, l'obbligo dell'uso del Gi e le limitazioni di carattere tecnico sul randori che diminuivano ulteriormente il numero di tecniche sicure
Inoltre le competizioni di judo si stavano trasformando via via in pratiche sportive enfatizzando le proiezioni per la loro estetica anche per la volontà dello stesso fondatore di trasformare il judo in uno sport olimpico.
Tali limitazioni stavano per cristallizzare l'evoluzione che lo stesso Kano aveva iniziato anni prima.
Ciò non accadde in brasile con Maeda e i Gracie perchè questi anche per esigenze e interessi sociali e culturali diversi rispetto ai nipponici non ricercavano l'educazione sociale e morale ma l'efficacia del combattimento.
Quindi , in piena "eresia filosofica" continuarono le loro sfide di valetudo e continuarono ad evolvere le loro tecniche di jiu jitsu

Tale progresso nelle tecniche è dovuto principalmente a fattori quali :
L'affinamento tecnico continuo con il confronto con persone anche di statura più grande o più forte e specialmente di altri stili.
La mancanza delle limitazioni presenti nel judo "cattolico" faceva si che negli incontri si incontrassero situazioni e problematiche delle dinamiche del combattimento sempre nuove tali da richiedere la creazione di nuove tecniche o la rimodulazione di quelle preesistenti.

segue...

sabato 7 aprile 2012

"EPPUR SI ROLLA" 1°parte...

ovvero

BRAZILIAN JIU JITSU: La Rivoluzione Copernicana delle Arti Marziali e degli sport da combattimento?

a cura di Gianfranco "Medico Louco" Glielmi



Nel mio percorso marziale ho avuto modo di praticare varie discipline.
Iniziai con il Karate e da li mi promisi che non avrei avuto altra arte marziale se non la "mano vuota"...
Poi molto coerente con i miei precetti ho praticato kick boxing...kendo...sanda... alla fine jiu jitsu brasiliano e grappling .
Sono passato da essere un ragazzino prepubere che amava le forme e i kata e detestava il confronto fisico al “Veteran” che nonostante gli acciacchi e gli infortuni si inebria ancora del puzzo del tatami da competizione e vede nei ragazzini realizzarsi i propri sogni.
Nel corso degli anni ho appreso che ciò che differenzia un violento da un combattente è la moralità e la disciplina di quest'ultimo e quello che differenzia la zuffa da un combattimento è la tecnica nella sua espressione più pratica semplice ed efficace (i cazzotti al viso che potevano volare durante le partite di calcetto rionale della mia adolescenza erano violenza pura …le tecniche di pugno nel dojo erano “arte”)
Ma essere solo moralmente integro e disciplinato non fa di me un combattente.

Abbiamo sempre visto e inteso le arti marziali classiche,siano esse asiatiche o occidentali, con una connotazione di tradizione che nei secoli ciascuna arte è andata assorbendo da fattori storico-culturali, filosofici e religiosi .
Tali valori rappresentano un’importante evoluzione del pensiero umano ma , specie nell'epoca moderna e nella diffusione di massa , essi nella stragrande maggioranza dei casi sono stati motivi di alibi o di errate interpretazioni per discreti interpreti marziali e "falsi profeti" e dei limiti passivi per alcuni saccenti Maestri , fino al punto da trasformarsi in dei preconcetti ben radicati che sono sfociati nel fanatismo pseudoreligioso dell'arte marziale stessa del tipo “non avrai altra arte marziale al di fuori di me”.
Leggo e sento molte persone affermare “ io pratico le arti marziali perchè mi piace l'aspetto filosofico perchè mi fa stare bene con me stesso ecc.”
Nulla da ridire su tali buone intenzioni ma bisogna capire che l'arte marziale non finisce dove finisce l'aspetto religioso-filosofico e morale ma quest’ultimo è nient’altro che una interpretazione osmotica, come in un quadro artistico a tinte chiare, di un mero fenomeno fisico cioè il combattimento, la lotta.
Sicuramente ci sono ancora pochissime scuole tradizionali che conservano il vero significato delle arti marziali ossia il combattimento nonostante esse siano impermeate di filosofia.
Io non voglio iniziare una polemica che può durare anche anni( o meglio già dura da anni) ma voglio focalizzare il ragionamento su alcune riflessioni e basi metodologiche scaturite leggendo articoli,libri e soprattutto praticando il tatami.

La nostra società è ormai, o meglio dovrebbe essere, come sappiamo dominata dalla cultura scientifica.
I progressi tecnico scientifico sono il frutto di continue speculazioni scientifiche fatte nei secoli dagli scienziati.
Una scoperta scientifica deve essere riproducibile , verificabile e confrontabile dalla comunità scientifica.
Ecco allora la differenza tra le speculazioni filosofiche ,che comunque hanno avuto il loro ruolo nel progresso del pensiero umano e le speculazioni scientifiche.
La filosofia parte a priori dalla verifica e dal confronto e nella stragrande maggioranza dei casi cerca di avere le soluzioni ai problemi,prerogativa questa che la scienza non ha.
Quindi rispetto all'astrologia o all'alchimia o alla stregoneria che io faccia l'astrofisico il chimico o il medico quello che accomuna queste professioni e le differenzia dalle suddette superstizioni è il concetto di osservabilità di principio, cioè di osservare misurare calcolare e descrivere l'esistenza di un dato oggetto o di un fenomeno e di descriverli e di predirne con esattezza la riproducibilità del fenomeno fisico e poterne condividere con altri della comunità scientifica tale scoperta o esperimento.
Se io faccio cadere una mela è lo stesso esperimento di Newton riprodotto ormai da secoli e so il motivo per cui cade.

Facendo riferimento alle arti marziali e agli sport da combattimento possiamo avere questa riproducibilità galileana? possiamo verificare il confronto? quale efficacia?quale è il teorema principale delle arti marziali e degli sport da combattimento?

Per Teorema principale delle arti marziali e degli sport da combattimento dobbiamo intendere la capacità di rispondere da parte di ogni stile di combattimento in maniera efficace e risolutiva all'aggressione a mani nude da parte di un avversario di taglia e/o forza uguale o superiore.


Le moltissime arti marziali e gli sport da combattimento da esse derivate hanno cercato di dare una risposta o una interpretazione a tale quesito.
Se noi le consideriamo singolarmente sono tutte valide ed efficaci a patto che rispettiamo i canoni o regolamenti prestabiliti da ognuna oppure alcune si nascondo dietro ad un esoterismo che di scientifico ha ben poco ma che promettono poteri "magici".




A tal proposito se vogliamo essere rigorosamente scientifici dobbiamo introdurre il concetto di falsificazionismo del filosofo Karl Popper.
"La scienza è fatta di proposizioni potenzialmente false"
Cioè una teoria ha delle basi scientifiche solide quanto meno teme la confutazione, ma anzi accetta il confronto e l'eventuale falsificazione.




La virtù marcisce senza il confronto!!!

Qual è l'arte marziale o sport stile di combattimento che risponde meglio al suddetto teorema e che non teme la confutazione?

Questa domanda è stata sempre un tabù per maestri e artisti marziali con una visione limitata oppure rispondevano unilateralmente portando l'acqua al proprio mulino sia per ragioni di proselitismo o per ragioni nazionalistiche e politiche senza avere nessun parametro di confronto con le altre arti marziali.




Il banco di prova per il testaggio e il confronto delle varie arti marziali sono state le competizioni interstile o di valetudo prima in sud america e poi come UFC nell'inizio degli anni 90 del XX secolo negli Stati Uniti.
In particolare l'UFC è stato lo spartiacque tra il prima e il dopo e a allora niente sarebbe stato più come prima !
Prima nessuno aveva mai sentito parlare o almeno erano in pochi quelli che conoscevano il Jiu jitsu brasiliano o Gracie Jiu Jitsu o solo Jiu Jitsu


Ma perché uno stile di lotta come il jiu jitsu brasiliano, considerato dai tradizionalisti nippofili come una americanata di basso stile e " amorale" secondo lo stereotipo di marzialità con una traslitterazione anche errata rispetto la tradizione, ha modificato a tal punto il concetto di arte marziale in generale e dare l'avvio all'evoluzione delle moderne MMA ( Mixed Martial Art) e perchè sembrava e sembra essere una risposta al teorema ?





segue ....

lunedì 26 marzo 2012

V Campionato Nazionale di Grappling


25 marzo 2012… ORARIO LEGALE!!!!!!!!!!!!!!!! Ma porc…
Sveglia alle 05.15 tocca a me guidare, bel modo per superare il piccolo jet lag… Da capaccio il Medico condivide la stessa amara sorte (anzi peggiore credo si sia alzato almeno mezz’ora prima).
Tra infortuni e cazzi vari Salerno e Capaccio schierano un gruppo ridotto di lottatori.

Ciro Ruotolo
Francesco Eliseo
Marco Mandetta
Antonio Sabia
Mattia Calvelli
Claudio Del Vecchio
Attilio Montella

L’appuntamento è il più importante dell’anno … peccato.
Sette lottatori portano a casa tre ori ed un argento che uniti ai risultati del gruppo del Maestro Galzenati che contava altri tre amigos (Renato “Hip Hop” Avallone oro, Giuseppe “Muesli” Iacono bronzo e Andrea “I LOVE MARSELO” Macaluso), ci fanno conquistare anche il terzo posto come società.
Attilio ha carattere da vendere e, in virtù del suo passato da Judoka e Lottatore, fa il salto dalla classe C alla A dove esce al primo turno pur pareggiando 1-1 (secondo il regolamento il secondo che fa punto in caso di parità ha la meglio …).
Francesco Eliseo affronta un bulldozer del Rio Grappling Club nella 84 Kg, riesce a chiudere quasi un armlock ma fuori dall’area di gara, prende spesso l’iniziativa riesce anche a portare giù l’avversario e a prendere quasi la schiena … quasi, troppi quasi per il nostro geometra che ha un potenziale molto più alto di quello che puntualmente mostra in gara. L’avversario è più concreto e chiude il match vincendo ai punti, un ginocchio infortunato non permette a Francesco di lottare nel ripescaggio … la sfiga non si è l’imitata solo al pre gara.

Il piccolo Mattia (13 anni) mostra grinta e coraggio disputa tre incontri e porta a casa una pesante medaglia d’argento; tanta esperienza anche per Claudio che “condisce” con due lotte e un bronzo i suoi primi tre mesi di pratica. Altri due ori arrivano dalla sede di Capaccio con Marco Mandetta che ha la meglio nella finale Veterans classe B 84 kg e con l’ennesima riprova del talento di Antonio Sabia che si riconferma campione nazionale vincendo tre lotte e mostrando un’intelligenza tattica non comune per un ragazzino di 15 anni capace di “fare scelte” durante un match… a differenza del suo “mentore” nella lotta famosissimo per i suoi esordi (0-10 sconfitta più sconfitta meno) caratterizzati dal “fare SEMPRE la cosa sbagliata al momento sbagliato”!
Chiude l’estenuante giornata agonistica il nostro Ciro che per la prima volta affronta SERENAMENTE una gara, senza tensione, senza nervosismo, senza né desiderio di dimostrare nulla né paura di fallire provandoci, il Molosso nocerino domenica voleva soltanto passare una giornata in trasferta e lottare con i migliori pronto a perdere se così doveva andare … ma così non è andata. Girone all’Italiana per lui, quattro lotte tutte vinte senza subire neanche un punto contro, una prova impressionante da parte di Ciro; posso tranquillamente affermare che questa per lui è stata la gara affrontata con maggiore maturità.
Un enorme ringraziamento va al nostro sponsor ufficiale Nikko Sport che ci ha supportato.
Chiudo questo piccolo reportage salutando il prode Andrea Lavaggi che è riuscito a portare il suo brutto muso sul gradino più alto del podio e l’amico Alessandro Federico che ha mostrato a tutti che volere è potere e ovviamente chiudo lo scritto salutando tutto il gruppo di Marco&Co in particolare Andrea Sampei, anche se non condivido la sua attrazione “omo” per Marselo…
Ad maiora!!!

Buon Jiu Jitsu a tutti... anche ad Americo!


All you need...

giovedì 15 marzo 2012

25/3/2012 5°Campionato Nazionale di Grappling


Si avvicina la quinta edizione del Campionato Nazionale di Grappling FIGBJJMMA.
Appuntamento cruciale per chi volge lo sguardo verso il lato agonistico del Jiu Jitsu.
Il livello ormai è altissimo e sin dalle prime edizioni sono state tante le sorprese; i tatami del Palafijlkam hanno visto salire sul podio i migliori lottatori italiani indipendentemente dal colore della cintura, in questi anni la nostra nazionale è diventata sempre più competitiva ed il medagliere si è arricchito notevolmente...
Per gli attuali agonisti a tempo pieno della Nova l'obiettivo è passare in classe A , quindi la parola d'ordine è impegno.
Le iscrizioni a questo link
Il nostro codice societario è S0012.

martedì 13 marzo 2012

O' VUO' FA O GIUGGIZZU?!

Domenica scorsa, l’11 marzo, si è svolta a Napoli una bella gara di GIUGGIZZU brasiliano organizzazione a cura di Marco Galzenati&Co…
A calcare il Tatami per la Nova Invicta





Da Salerno
Francesco “non passo la guardia” Eliseo
Salvatore “Panza” Terralavoro
Bonaventura “fatti benedire” Vitolo

Da Capaccio
Marco “supergiovane” Mandetta
Antonio “Genki” Sabia

Marco e Ventura non passano il primo turno, pazienza… fortunatamente il calendario è bello pieno, tempo e soldi permettendo hai voglia a rigiocarsela!
Salvatore Terralavoro porta a casa un argento frutto di una gara lottata con il cuore e una prestazione che testimonia l’inconfutabile verità del tatami, senza sacrifici non si ottiene nulla e Panza, soprattutto con la prima lotta, lo ha dimostrato alla grande…

Antonio Sabia esordisce nel Jiu Jitsu con un grande secondo posto, tre lotte disputate con cuore e grinta fenomenali. Un ragazzino di soli quindici anni capace di “inventare” sul tatami di gara acrobazie degne di Genki Sudo… il tutto lascia sperare in un futuro pieno di allori per questo piccolo campione!

Francesco Eliseo un bronzo regalato in categoria e un argento da discount all’open per una gara che lascia l’amaro in bocca e qualche polemica per il nostro geometra. Becca al primo turno il bravo Jacopo Madaro; Francesco è vicino a chiudere il match… purtroppo l’azione termina fuori dal tatami a finalizzazione quasi entrata per una fuga tattica di Madaro. L’azione riprende, Francesco esegue un buon raspado ma ancora una volta non concretizza… Bravo Jacopo nella ripresa della guardia con relativa finalizzazione.

La polemica innescata da questo match è cosa naturale, non c’è assolutamente nulla di anormalo nel rimaner male per una sconfitta non proprio genuina del nostro Francesco e lo stesso vale per Jacopo che comunque in fin dei conti ha saputo gestire il match e HA VINTO.
A noi della Nova girano le palle… NORMALISSIMO e i ragazzi dello Shark Team esultano… NORMALISSIMO
Entrambi i team mostrano reazioni normali, comprensibili e non biasimabili, siamo lottatori, il testosterone è a 1000, una stretta di mano e via, pronti per il prossimo giro!
Quello che mi ha fatto rimanere un pochino “male” è stato il comportamento di terze persone che per un non preciso dovere di citazione hanno acceso il fuoco… Ebbene qui il discorso cambia, l’onore e la gloria della competizione cedono il passo ad uno squallido e subdolo chiacchiericcio non consono ad uno sport, ma più appropriato ad altri ambienti dove il mostrare un diploma o appartenere al un particolare lignaggio sono priorità assoluta… questa forma mentis non ha nulla a che vedere con nessun tipo di lotta, quindi ragazzi non facciamoci tirare dentro a ste poverate, come leader della Nova Invicta stringo la mano Jacopo Madaro e a tutto lo Shark Team di Lecce e ringrazio Marco Galzenati&Co per aver organizzato ed egregiamente gestito competizione e arbitraggio ed il mitico Medico Louco, al secolo Gianfranco Glielmi, per avermi degnamente sostituito all’angolo ANCHE questa Domenica e non posso non menzionare i ragazzi della Wu Dong ed il mitico Antonio Mormone (allievo di Marco Galzenati) che ancora una volta fa incetta di medaglie...

Buon Jiu Jitsu a tutti… anche agli Azzeccagarbugli!

lunedì 20 febbraio 2012

La prima è andata... avanti con la prossima!

Domenica 19 febbraio si è svolta la prima gara di Grappling federale organizzata dal M° Marco Galzenati&Co.
Per la Nova si sono fatti valere:
Ciro Ruotolo Oro;
Antonio Sabia Oro;
Francesco Eliseo Argento;
Salvatore Terralavoro Bronzo.
Quattro lottatori quattro medaglie.
Il 2012 agonistico è cominciato, gli appuntamenti si susseguiranno a ritmo serrato, prossima gara per noi l’11 Marzo sempre a Napoli, sempre messa su dalla cricca di Marco e noi ci saremo … si spera più numerosi.
Quindi non resta che allenarsi a manetta con il nostro affezionato Gi!


domenica 12 febbraio 2012

Il Brazilian Jiu Jitsu entra nella FILA


La lotta con il panno più bella del mondo è adesso gestita da una federazione e non da un'impresa come è sempre stato fino ad oggi.
In termini MOLTO pratici questo significa:
1. Una VERA copertura assicurativa in caso di infortunio in gara;
2. Un campionato Nazionale e una Coppa Italia federali;
3. Un campionato Europeo e un Mondiale federali;
4. Una squadra nazionale;
5. Controlli anti doping.
Questo è il comunicato ufficiale LINK
Era ora...

sabato 7 gennaio 2012

Shinya Aoki VS Satoru Kitaoka


L'anno scorso il campione nipponico Aoki chiudeva il 2010 con una cazzata di proporzioni immense; rompendo di proposito la spalla di un avversario connazionale lanciava un messaggio negativo delle M.M.A.
Quest'anno da una lustratina al suo carma regalandoci un match ricchissimo di Jiu Jitsu contro un avversario di tutto rispetto... il "personaggio preferito di Ciro Ruotolo" Satoru Kitaoka!

Inglourious Basterds