
La disciplina si evolve SEMPRE in base al contesto in cui viene praticata…

Negli anni molte cose sono cambiate, la disciplina oggi è conosciuta in tutto il mondo ed è ancora oggetto di evoluzione.
Il terreno attuale dove il Jiu Jitsu viene testato è il tatami di gara.
Non ci sono più le faide tra scuole come una volta, non c’è più interesse negli scontri interstile (di fatto le M.M.A. camminano con le gambe proprie), il praticante di Jiu Jitsu vuole fare Jiu Jitsu PUNTO.
Purtroppo in tutte le cose c’è il rovescio della medaglia ed in questo la nostra arte di sottomissione preferita non fa eccezione!
Quando si pensò al regolamento per le competizioni, forse non immaginando l’espansione che poi c’è stata, si cercò di “confezionare la cosa” per favorire in tutti i modi i lottatori di Jiu Jitsu e con il tempo sono stare introdotte diverse restrizioni.
Ormai le questioni fifty non fifty, fare guardia, stallare, sono state analizzate in tutto e per tutto, le opinioni degli addetti al settore sono diverse e spesso diametralmente opposte.
Personalmente sono assolutamente contro il penalizzare la chiamata in guardia, ma non mi piace neanche vedere match vinti per un vantaggio ottenuto per un “tentativo di ribaltamento”.
Chissà come sarebbe una competizione di Jiu Jitsu che, mantenendo le attuali divisioni di cintura con la relativa durata del match a secondo del grado, consentisse l’americana al piede e la chiave al ginocchio dalla cintura blu (come succede nel Grappling) senza prevedere punti ma soltanto l’attribuzione di vantaggi solo ed esclusivamente per tentativi di finalizzazione e magari nelle cinture marroni e nere introducesse anche la famigerata chiave di tallone… a quel punto la Fifty avrebbe tutto un altro senso.
